Cordyceps sinensis, il fungo della Forza, Vigore e Resistenza

Cordyceps sinensis 冬虫夏草: il fungo della Forza, Vigore e Resistenza

Cos'è il Cordyceps sinensis?


Tra i funghi medicinali, il Cordyceps sinensis, conosciuto anche con il nome di “fungo bruco” o “fungo caterpillar”, è sicuramente uno dei più noti ed apprezzati. Si tratta di un fungo di piccole dimensioni considerato in Oriente fin dall’antichità (le prime testimonianze del suo impiego medico risalgono al 1700 a.C.), un bene prezioso, per la sua rarità, potenza curativa e per il suo tradizionale uso in cucina come ingrediente per ricette indicate soprattutto ad anziani e persone debilitate (a).

La caratteristica principale del Cordyceps sinensis è quella di agire come energizzante a livello cellulare e quindi poter apportare un’azione rinvigorente a livello psichico, ormonale, immunologico (b). Per l’insieme di tutte le sue qualità benefiche, il Cordyceps è stato considerato un vero e proprio trattamento “anti-invecchiamento” (c,e).

Il Cordyceps sinensis è un fungo parassita saprofita che cresce soltanto ad altitudini elevate sugli altipiani dell’Himalaya. A lungo destinato per legge soltanto alla corte imperiale, oggi il Cordyceps rappresenta un’importante fonte di entrate per l’area tibetana dove questo raro fungo è però a rischio di estinzione, per questo è tutelato come specie protetta. In Europa, dove il Cordyceps sinensis è arrivato dalla metà del XVIII secolo grazie agli studi di un missionario gesuita, ne è vietata l’importazione di esemplari raccolti allo stato selvatico e il prodotto commercializzato deriva da coltivazioni (a).

Il Cordyceps sinensis selvatico ha la particolarità di riprodursi nel momento in cui, verso la fine dell’autunno, le sue spore entrano in contatto con le larve di vari lepidotteri. Proliferando, il fungo produce sostanze psicotrope che stimolano l’insetto ospite a spiccare salti particolarmente alti, di modo tale che le spore, trovandosi in posizioni più elevate, possano diffondersi con più facilità, dopo di che l’insetto muore (b). Il Cordyceps inizia quindi a svilupparsi all’interno degli insetti, emettendo il suo corpo fruttifero, simile a un bastoncino di colore bruno o rosso arancione, che viene poi raccolto tra aprile ed agosto.

Studi recenti sulle varietà coltivate hanno evidenziato che non necessariamente il Cordyceps deve svilupparsi come parassita, ma che anzi il più delle volte mette in atto una simbiosi con l’organismo ospitante (a). È comunque importante precisare che attualmente vengono evitate coltivazioni di Cordyceps su organismi animali ospiti, rendendo questo fungo adatto anche a chi segue diete vegetariane e vegane (c).

Le sostanze bioattive del Cordyceps sinensis

Il Cordyceps sinensis contiene molte sostanze bioattive, tra le quali cordycepina, amminoacidi essenziali, vitamina E, K e del gruppo B, ergostenolo (un importante precursore della vitamina D2), acido cordycepico (che facilita l’ingresso di sostanze chimiche bioattive), glucosamina e minerali quali il sodio, il potassio, il calcio, il magnesio, il ferro, lo zinco e il rame (b).

Curiosità

Secondo diversi studi effettuati, ad esempio su atleti impegnati in corse su lunghe distanze (i), al Cordyceps sembra si debbano anche notevoli effetti sulle performance sportive grazie alla sua azione sulla capacità di aumentare la forza e la resistenza fisica e ridurre l’affaticamento (d,g,f), dovute probabilmente al sostanziale aumento dei livelli cellulari di ATP (d).

Noto l’episodio avvenuto durante i giochi di Pechino del 1993, quando diverse atlete superarono i record mondiali di atletica femminile e l’allenatore rivelò che il “segreto” delle sue ginnaste, oltre all’allenamento e alla disciplina, era anche una bevanda a base di Cordyceps (a). Nella medicina tradizionale cinese il Cordyceps sinensis ha effetti sul meridiano di polmone e rene (considerati la sede dell’energia vitale) (h).

Prodotti

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Fonti

(a) - I funghi medicinali che ti curano, Ed Riza 2015

(b) - Ivo Bianchi, Guarire con i funghi medicinali, Editoriale Programma, 2° ed. 2016

(c) - Holliday & Cleaver 2008

(d) - Lin & Li 2011

(e) - Lo et al. 2013

(f) - Nagata et al 2006

(g) - Chen et al. 2010

(h) – Stefania Cazzavillan, Funghi medicinali dalla tradizione alla scienza, Nuova Ipsa Editore, 2° ristampa

(i) - Powel 2010

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